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SCUOLA – ORGANICO POTENZIATO. ANCORA CASI ANOMALI

Continuano le segnalazioni di docenti relativamente ad anomalie nel loro utilizzo. Principale mansione fare supplenze.

Se chi ha confezionato i commi della riforma Buona scuola ha puntato ad un utilizzo dell’organico potenziato per ridurre le supplenze, ha proprio colto nel segno.

D’altronde, parliamoci chiaro, se le intenzioni fossero state diverse, la legge sarebbe più chiara.

Invece, l’ambiguità la fa da padrone, soprattutto lasciando discrezionalità ai dirigenti, alcuni dei quali non sono proprio all’altezza di gestire una scuola.

L’ambiguità nasce dal comma 85, dove si lascia libertà ai dirigenti di utilizzare i docenti dell’organico dell’autonomia per coprire le supplenze, fino ad un massimo di 10 giorni.

Possibilità che per alcuni dirigenti è diventato un dovere, probabilmente perché non hanno ben compreso cosa significhi potenziare la didattica.

Insomma, la verità è che dalle mail che giungono in redazione, la riforma sotto questo punto di vista è fallita, resta soltanto la discrezionalità nel dirigente di disporre dei docenti e di assegnargli un incarico.

Tra i veri e propri soprusi che ci sono giunti in redazione, ne segnaliamo due che ci sembrano significativi.

La prima segnalazione ci giunge da una scuola media del Lazio, dove una docente abilitata in Materie giuridiche ed economiche inserita nell’organico potenziato alla quale sono state assegnate 18 ore di supplenza in matematica, classe di concorso per la quale non è abilitata.

Un posto vacante, di una materia per la quale non era abilitata e che sarebbe dovuta andare a supplenza fino ad avene diritto.

La docente ha fatto presente, sospettando si trattasse di un equivoco, ma, secondo quanto ci riferisce, è stata rimproverata.

Altra esperienza simile invece riguarda una docente abilitata nella classe di concorso AJ77, pianoforte.

La docente non ha trovato alcun progetto nel PTOF che riguardasse la sua classe di concorso, ed è stata assegnata per 12 ore all’insegnamento di educazione musicale, per la quale non ha abilitazione.

“Il mio di diritto chi lo tutela? Voglio solo insegnare nella classe di
concorso per cui sono abilitata”, conclude nella mail l’insegnante